Friday 3 January 2014

L'AUTODISTRUZIONE DI FACEBOOK

All’inizio dello scorso mese di dicembre, Facebook cambia l’algoritmo per comporre il news feed, la parte centrale della pagina dove viene riportato ciò che viene pubblicato dagli utenti nella nostra rete.



La conseguenza immediata di questo update è, secondo una ricerca dell’agenzia statunitense Ignite (specializzata nella comunicazione su social network), che i post pubblicati nelle pagine aziendali perdono quasi la metà della portata consueta nel giro di una settimana. Anch'io ho avuto modo di constatare di persona questo improvviso calo e l’unica scelta che si ha per mantenere lo stesso livello di prima è di pagare Facebook per mettere in evidenza i post.


La caratteristica principale di un social network è di avere contenuto user generated (sarebbe a dire generato dagli iscritti) e presentato a ciascun utente in maniera “intelligente”, ovvero filtrato in modo da selezionare i contenuti per lui più interessanti.

Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook

Questo nuovo algoritmo adottato da Facebook porta un cambiamento talmente profondo a questo schema che, a parer mio, non si può più parlare di social network. Mi spiego meglio: la necessità di filtrare i contenuti era giustificata dalla grande quantità di materiale circolante, non sempre di qualità o interessante per gli utenti. Per superare l'ostacolo e per farsi leggere quindi, bisognava pubblicare qualcosa che fosse interessante per il proprio pubblico. Ora non è più così. Pagare non è più un vantaggio, interessare non è più la soluzione. Ora si può solo pagare, con buona pace dei contenuti di qualità e della “socialità della comunicazione”.

Questo trend era già evidente da tempo, ma con questo passaggio si è forse valicato il confine del concetto “social” senza tuttavia dare alcuna novità e anzi facendo qualche passo indietro. Quella che si sta consumando, in un certo senso, è una lacerazione fra il sistema e gli utenti, la cui coesione è stata finora la chiave del successo di Facebook e dei social network in generale. È quindi curioso come Facebook con questa mossa stia a tutti gli effetti distruggendo ciò che ha determinato il suo successo.