La Franco Angeli Editore ha aggiunto al suo catalogo il libro "Casi di Comunicazione d'Impresa" dove sono riportati alcuni interessanti casi di successo delle maggiori aziende d'Italia. Il libro è a cura di Emanuele Invernizzi e Stefania Romenti, rispettivamente direttore e vice-direttore del Master in Relazioni Pubbliche d'impresa della IULM - Milano.
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la copertina del libro |
Il capitolo di cui sono co-autore è quello dal titolo: "il caso Università del caffè di ILLY caffè". Questo caso tratta del progetto "Università del caffè" che la ILLY realizza dal 1999 con lo scopo di promuovere la cultura del caffè. L'idea di base di questa iniziativa è quella di utilizzare la scienza, la conoscenza e la cultura come forma di comunicazione verso un pubblico formato da amatori, ma anche da professionisti del settore. Le iniziative dell'Università del caffè si articolano fra corsi di formazione, attività editoriale ed altre attività culturali e sono oggetto a loro volta di specifiche attività di comunicazione. L'obiettivo di questo programma è quello di raggiungere gli stakeholder ed interessarli, di sviluppare positivamente le relazioni con essi, ma soprattutto di consolidare la reputazione aziendale.
Chi volesse approfondire questo o altri casi, può ordinare il libro nel sito dell'editore cliccando QUI.
Per la prima volta in Italia, gli investimenti in strumenti di comunicazione differenti dalla pubblicità tradizionale stanno raggiungendo quelli in advertising. È proprio il “beyond the line” il tema della ricerca condotta nell’ambito del programma di attività per i quarant’anni di Ferpi, grazie al sostegno di Fondazione Coca-Cola HBC Italia e con il supporto dei docenti della Luiss Business School di Roma. La ricerca, commissionata da Ferpi, e con il patrocinio di Assorel, Assocomunicazione, AISM, Centromarca ed Upa, è stata realizzata da due autorevoli docenti di economia e marketing: Matteo Caroli (Luiss) e Carlo Alberto Pratesi (Roma 3). Lo studio evidenzia come la comunicazione “beyond the line” sia oramai prossima a raggiungere un livello pari agli investimenti in advertising tradizionale e testimonia l’engagement sempre maggiore dei diversi stakeholders nei confronti dell’impresa nonché l’importanza della funzione delle relazioni pubbliche e della professione di relatore pubblico.
Mi sono appena iscritto su quora.com, un nuovo social network Q&A (questions and answers) del quale ultimamente si fa un gran parlare. In pratica con questo servizio gli utenti postano le proprie domande e volontariamente danno risposte ad altre domande, contribuendo a produrre una sorta di archivio on line (organizzato per argomenti e valutazione) potenzialmente su tutto lo scibile umano.
L’idea è abbastanza simile a quelle di altri servizi analoghi (ad esempio yahoo answers) che però sono rimasti caotici, anonimi e senza la possibilità di relazionare persone. Questi aspetti sembrano essere stati affrontati in modo vincente da Quora, sulla qualità delle risposte tuttavia restano alcune perplessità. Vista la popolarità che sta via via acquisendo, non è da escludersi che qualche autoproclamato esperto in qualsivoglia materia possa dare risposte poco attendibili, né è certo che il crowdsourcing possa garantire risposte rigorose.
Ad ogni modo, al momento Quora è solo in inglese e per iscriversi è necessario essere invitati da un utente già registrato. Per ritrovare i propri contatti è anche possibile collegare all’account i profili di Facebook, Twitter e il proprio blog.